La cataratta è l’opacizzazione del cristallino, ossia della lente presente all’interno del nostro occhio. Il suo processo degenerativo del cristallino inizia intorno ai 45-50 anni di età con la presbiopia: a quest’età, infatti, la popolazione che vede bene da lontano inizia progressivamente a faticare con la visione da vicino e si rende necessario l’utilizzo degli occhialini da presbiopia.
Tale fenomeno è causato dall’irrigidimento sclerotico del cristallino, che prosegue via via con il passare degli anni. In età più avanzata, tale irrigidimento della lente presente all’interno dell’occhio (il cristallino) si accompagna anche ad una sua progressiva opacizzazione con la comparsa della cataratta. Tale opacizzazione compromette quindi l’acuità visiva, proprio come se guardassimo attraverso una finestra molto sporca.
Cenni Storici
La storia dell’evoluzione dell’intervento di cataratta è molto affascinante: i primi casi documentati di estrazione della cataratta nella storia risalgono ad una famosa e piccola statua della quinta dinastia egizia esposta al museo del Cairo.
Tale rappresentazione ha un riflesso bianco ben visibile nella pupilla sinistra, proprio come accade ancora oggi di vedere nelle cataratte molto evolute. Inoltre, un dipinto murario nella tomba di un maestro costruttore a Tebe risalente al 1200 a.C. rivela il trattamento dell’occhio di un artigiano da parte di un oculista mediante la tecnica del “couching”, descritta anche nel codice di Hammurabi. Tale approccio consisteva nella lussazione del cristallino opaco posteriormente, nella camera vitrea dell’occhio. È un po’ come rimuovere la lente completamente sporca di una macchina fotografica e farla cadere dietro, all’interno dell’obiettivo: la fotografia migliorerebbe da completamente grigia a mediamente sfocata. In seguito, la tecnica del couching fu rimpiazzata dai primi approcci dell’estrazione intracapsulare.
Durante il II secolo d.C. Il cristallino con cataratta veniva rimosso mediante suzione attraverso cannucce metalliche in bronzo. Tale chirurgia richiedeva un’enorme incisione nell’occhio, una cannula ed un assistente con straordinaria capacità polmonare (per succhiare fuori dall’occhio il cristallino catarattoso), come descritto nei manuali dell’epoca. Il vantaggio di questa evoluzione consisteva nell’evitare che il cristallino catarattoso finisse nella parte posteriore dell’occhio.
Il Perfezionamento della Chirurgia
L’ oculista francese Jacques Daviel (1696–1762) fu il primo moderno medico europeo ad estrarre con successo le cataratte dagli occhi mediante tecnica extracapsulare. Era in forze all’ospedale degli Invalidi di Parigi e divenne oculista di Luigi XV. La sua tecnica segnò l’inizio della moderna era della chirurgia della cataratta e prevedeva il risparmio della capsula del cristallino, ossia di quella preziosa struttura che sostiene il cristallino all’interno dell’occhio. Tuttavia, una volta rimosso il cristallino catarattoso, il paziente era costretto all’utilizzo di pesanti occhiali che ne svolgessero esternamente la funzione.
Fu solamente agli inizi del ‘900 che nacquero i primi cristallini artificiali, grazie a Sir Nicholas Harold Lloyd Ridley, un oculista inglese che lavorava al tutt’oggi prestigioso ospedale oftalmico Moorfields Eye Hospital di Londra. Sir Nicholas desiderava realizzare un cristallino artificiale che fosse compatibile con l’occhio e non venisse rigettato. La sua ispirazione venne dai piloti superstiti ai combattimenti arerei, i quali non mostravano segni di reazione avversa ai frammenti di parabrezza penetrati negli occhi. Fu così che introdusse negli anni Quaranta il concetto di cristallini intraoculari in PMMA (polimetilmetacrilato) ed effettuò il primo impianto di tale lente il 29 novembre 1949 a Londra. Ridley si ritirò dall’attività nel‘71 e ricevette un’infinità di premi per i successivi 29 anni. L’estrazione di cataratta con successivo impianto di cristallino è ora il tipo di chirurgia più praticato al mondo, con più di 500.000 casi l’anno solamente in Italia.
Nel 1967 Charles D. Kelman, un oculista statunitense, perfezionò ulteriormente la tecnica introducendogli ultrasuoni per l’emulsificazione del duro cristallino catarattoso, ispirato dalla sonda ad ultrasuoni del suo dentista per la pulizia del tartaro dai denti. Tale innovazione ha reso la chirurgia della cataratta estremamente sicura e rapida, con il risultato che oggigiorno i pazienti possono essere operati ambulatorialmente con anestesia locale (in gocce di collirio) e dimessi nel giro di un’ora.