La miopia, come sanno bene i pazienti coinvolti, è quel difetto visivo tale per cui la visione sia sfocata da lontano e, invece, correttamente a fuoco per vicino. Infatti, nei paesi anglosassoni la miopia è spesso definita come short-sightedness, ossia la visione da vicino. La corretta visione per vicino è tanto più limitata ai primi centimetri, quanto più forte è la miopia (tecnicamente, la distanza focale è l’inverso del potere della miopia, in diottrie). Ad esempio, un miope di 2 diottrie focalizza correttamente sino a 50 cm, mentre un miope di 5 diottrie focalizza bene solo fino a 20 cm dagli occhi. Da un punto di vista anatomico, l’occhio miope è più grande ed ovalizzato della norma e, per questo, più delicato e soggetto a patologie retiniche.
Negli ultimi anni, è esplosa una vera e propria pandemia di miopia, in particolare nei paesi asiatici in cui la prevalenza della condizione coinvolge oltre il 90% della popolazione. Nei paesi europei raggiunge il 40%, ma con trend in continua crescita. Quali sono le cause? È possibile prevenirla? Cerchiamo di analizzare insieme questi aspetti.
Esposizione all’aria aperta
Molti studi hanno dimostrato l’effetto protettivo delle attività all’aria aperta nel ridurre l’insorgenza della miopia e la sua progressione negli studenti. L’esposizione ad alte condizioni di illuminazione induce il rilascio di dopamina, ossia una molecola responsabile della regolazione della crescita dell’occhio. Importanti studi asiatici su bambini in età scolare hanno dimostrato come l’introduzione di 40 minuti di attività all’aria aperta nella ricreazione a scuola riduca significativamente l’incidenza della miopia negli alunni. Questi dati sono stati confermati da altri studi riguardo la positiva influenza della luce solare e, in generale, delle attività all’aria aperta.
Lavoro da vicino
Anche il lavoro da vicino è implicato nello sviluppo della miopia. Ciò avverrebbe poiché la sfocatura delle immagini retiniche stimolerebbe la crescita dell’occhio come meccanismo compensatorio, per l’aggiustamento della messa a fuoco. Studi clinici hanno dimostrato come l’insorgenza o la progressione della miopia siano associati ad un prolungato lavoro da vicino. Inoltre, la contrazione dei muscoli oculari per la messa a fuoco da vicino (muscoli ciliare e retto interno) sarebbe un’ulteriore concausa di ovalizzazione del bulbo oculare con conseguente allungamento miopico.
I nostri occhi sembrerebbero quindi adattarsi alle condizioni visive da noi imposte: stando al chiuso e focalizzati a pochi centimetri su PC o smartphone, sviluppano visione solo per visivo (la miopia, per l’appunto), mentre stando all’aperto tendono a perfezionarsi su target più lontani.
Gli individui con un elevato rischio genetico (genitori miopi) e quelli con un alto livello di educazione universitaria hanno un maggiore rischio di sviluppare la miopia, a differenza di quelli con un livello di scolarizzazione inferiore, che hanno invece un rischio notevolmente ridotto. L’effetto combinato di questi due fattori sarebbe inoltre più alto della loro somma, con un effetto quindi sinergico.
Pertanto, l’incremento del livello medio di istruzione mondiale è responsabile? Contribuisce l’utilizzo da vicino di smartphone e tablet? Non ci sono risposte univoche a tali quesiti, ma la World Society of Paediatric Ophthalmology and Strabismus suggerisce che l’intensità del lavoro da vicino (30 cm o meno) con poche pause sia più importante del tempo totale speso. Diventa pertanto fondamentale la regola anglosassone del 20-20-20: guardare ad almeno 20 piedi di distanza (6 metri), per 20 secondi, ogni 20 minuti.
Come intervenire
Oltre alla correzione dei suddetti fattori di rischio ambientali, recenti studi clinici supportano la somministrazione di farmaci antagonisti dell’acetilcolina per il controllo (e quindi la riduzione) della progressione della miopia nei ragazzi. È infatti proprio durante l’adolescenza che peggiora la miopia, poiché la forte crescita corporea accompagna l’eccessiva crescita dei bulbi oculari con la conseguente miopia. La somministrazione di un apposito collirio serale, prima di coricarsi, ha dimostrato essere particolarmente efficace nel controllo della progressione della miopia.
Un’ulteriore approccio per ridurre la progressione della miopia è l’utilizzo di speciali lenti a contatto per il controllo della progressione della miopia (mediante una geometria ottica che induce defocus periferico), oppure l’ortocheratologia, ossia una particolare lente a contatto che viene applicata la notte (anziché di giorno) per appiattire la superficie dell’occhio e consentire quindi una visione correttamente a fuoco.
L’utilizzo del collirio può sommarsi a quello delle lenti a contatto, per un effetto sinergico in età adolescenziale, laddove la crescita individuale della miopia raggiunge la massima esplosione.